domenica 22 settembre 2013

L'ispettore Coliandro

L'ispettore Coliandro
Ispettore Coliandro.jpg
Immagine dalla sigla della serie televisiva
Paese Italia
Anno 2006-2010
Formato serie TV
Genere poliziesco, commedia, noir
Stagioni 4
Episodi 14
Durata 100 min (episodio)
Lingua originale italiano
Caratteristiche tecniche
Aspect ratio 16:9
Colore colore
Audio stereo
Crediti
Ideatore Carlo Lucarelli
Interpreti e personaggi
Casa di produzione Rai Fiction, Nauta Film
Prima visione
Prima TV in italiano (gratuita)
Dal 24 agosto 2006
Al 26 marzo 2010
Rete televisiva Rai 2
Premi
« L'ispettore Coliandro. Il braccio maldestro della legge. »
(Tagline della serie televisiva)
L'ispettore Coliandro è una serie televisiva italiana prodotta dal 2006 al 2010, trasmessa in prima visione da Rai 2.
Diretta dai Manetti Bros., la serie vede protagonista l'ispettore Coliandro, interpretato da Giampaolo Morelli. Ideatore della serie è invece lo scrittore Carlo Lucarelli: Coliandro – un poliziotto con tratti molto diversi dai tradizionali investigatori della fiction e della narrativa italiana – è una sua creazione, e prima della trasposizione televisiva, il personaggio è stato il protagonista di alcuni suoi romanzi gialli nei primi anni novanta.[3][4]
Nonostante sia una serie TV, in pratica ogni episodio de L'ispettore Coliandro è un film a sé stante, girato strizzando l'occhio ogni volta ad un diverso genere cinematografico, e con molte citazioni ad alcuni modelli ispiratori,[5][6] tra cui i film di genere interpretati negli anni settanta e ottanta da Tomás Milián nel ruolo dell'ispettore Nico Giraldi, o i classici polizieschi di Clint Eastwood nei panni dell'ispettore Harry Callaghan.

Trama

Coliandro è un giovane ispettore, in servizio alla questura di Bologna, che si ritrova sempre invischiato suo malgrado in vicende più grandi di lui. Tuttavia Coliandro non si tira mai indietro, ma la sua sbadataggine e la sua incapacità investigativa finiscono inevitabilmente per cacciarlo nei guai.
Nel corso delle sue indagini Coliandro riceve l'aiuto dei colleghi, gli ispettori Trombetti e Gamberini, e l'agente Gargiulo, mentre a mettergli costantemente i bastoni fra le ruote ci sono il suo superiore, il commissario De Zan, e la dottoressa Longhi, sostituto procuratore, i quali non hanno mai visto di buon occhio le iniziative personali di Coliandro, e non nutrono grande stima di lui. In ogni indagine Coliandro è aiutato da una ragazza, sempre diversa (una testimone, un'amica, una parente della vittima), che con le sue informazioni lo aiuta a portare a termine l'indagine. Coliandro si prende sempre una cotta per la ragazza di turno, ma alla fine della vicenda, inesorabilmente, l'ispettore si ritrova come sempre solo e deluso.
Anche se Coliandro riesce ogni volta, in un modo o nell'altro, a venire a capo dell'indagine (ma solo grazie alla sua testardaggine e a dei provvidenziali colpi di fortuna), nessuno gliene rende mai merito, e alla fine l'ispettore è sempre costretto suo malgrado a subire delle punizioni per via del suo operato "poco professionale".

Episodi

Stagione Episodi Prima TV
Prima stagione 4 2006
Seconda stagione 4 2009
Terza stagione 4 2009
Quarta stagione 2 2010

Personaggi e interpreti

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Personaggi de L'ispettore Coliandro.

Produzione

Lo scrittore Carlo Lucarelli, creatore del personaggio letterario di Coliandro e sceneggiatore degli episodi della serie TV.
La serie nasce da un'idea del produttore Tommaso Dazzi, il quale, dopo aver letto il romanzo di Carlo Lucarelli Il giorno del lupo – il cui protagonista è il sovrintendente (poi ispettore) Coliandro – ha contattato lo scrittore per mostrargli il suo apprezzamento verso il romanzo, e per proporgli di realizzarne un adattamento televisivo.[8] Nel 2003 è così partita la realizzazione di un film per la televisione omonimo basato sul romanzo, prodotto da Dazzi e dalla Rai, sceneggiato da Lucarelli e diretto dai Manetti Bros.[9] Dopo questo film TV, la Rai diede il via libera alla produzione di una serie televisiva completa sulle avventure dell'ispettore, realizzata dallo stesso team di produttori, sceneggiatori e registi.[10]
Per la scelta del protagonista, Lucarelli inizialmente non aveva un'immagine precisa dell'attore che avrebbe dovuto impersonare Coliandro, in quanto la sua idea si basava semplicemente sui disegni che aveva realizzato Onofrio Catacchio in occasione della pubblicazione del fumetto Coliandro nella metà degli anni novanta, dove l'ispettore era stato tratteggiato con un volto tagliato e spigoloso alla Clint Eastwood. Quello che l'ha convinto in Giampaolo Morelli è stato il fatto che «appena l'ho incontrato lui mi ha dato la mano "storta", come fanno i poliziotti e i carabinieri, in maniera molto professionale. E ho pensato: "Questo è perfetto". Poi il personaggio si è modellato su di lui».[8]
Come accade nei romanzi, anche nella serie TV è Bologna che fa da sfondo alla vicende dell'ispettore: la città e il suo hinterland sono infatti al centro dei gialli metropolitani raccontati in ogni episodio, i quali affrontano ognuno una diversa problematica della realtà urbana locale.[11][12] In merito a ciò, Lucarelli ha detto che «Coliandro [è venuto fuori] per raccontare una sorta di metropoli che non esiste, come la Bologna di Coliandro, che ha delle connotazioni molto noir. È uno di quei personaggi che serve a raccontare la società in trasformazione di oggi; è un personaggio che vive per la strada, che vive anche tutti i pregiudizi che ci sono verso la contemporaneità ed è in grado di far vedere dove i luoghi comuni siano tali oppure dove corrispondano alla realtà. È un personaggio molto vivo, che si fa passare addosso tutto quello che succede e quindi può servire a raccontare molte cose».[13]
Giampaolo Morelli (a sinistra), il protagonista della serie, assieme a Marco Manetti (a destra), regista della fiction assieme al fratello Antonio, sotto lo pseudonimo dei Manetti Bros.
I due fratelli Manetti, registi di tutti gli episodi della serie, hanno adottato uno stile di regia molto "spericolato", con un uso molto ridotto degli stuntman proprio per rendere le scene d'azione più autentiche. Per questo motivo non sono mancati incidenti sul set, con il protagonista Giampaolo Morelli che in un'occasione è ritrovato con una spalla lussata ed un dito rotto, o la guest Cecilia Dazzi che per via di uno sparo a salve troppo ravvicinato ha rischiato la vista e l'udito.[11]
Nel 2004, completate le riprese della prima stagione, e con la serie già venduta all'estero, la Rai decise però di bloccarne la messa in onda e di non programmarla per quasi due anni, poiché lo stile de L'ispettore Coliandro, molto lontano dai canoni classici della fiction italiana (violenza, gergo da strada, parolacce, pregiudizi), aveva generato preoccupazione per il suo impatto sul pubblico e sulle forze dell'ordine.[14][15] La serie fu trasmessa per la prima volta soltanto nell'estate del 2006.[15] Nonostante l'infelice programmazione nel palinsesto, la serie ottenne un riscontro di pubblico superiore alle attese, tanto da indurre la Rai a darle un seguito, realizzando una seconda[16][17] e poi una terza stagione.[18]
Giampaolo Morelli ha individuato il successo di un personaggio così atipico nel fatto che «[ognuno di noi] ci si ritrova [in Coliandro], inevitabilmente. E perché tutti gli eroi della nostra TV sono sempre positivi. Non so perché abbiamo perso quel senso un po' cinico della commedia all'italiana: Sordi, Gassman, Tognazzi rappresentavano uomini pieni di difetti, imperfetti. Oggi invece c'è 'sto piattume di personaggi tutti buoni. In Coliandro invece si vede un po' di sana cattiveria»[19] perché «[lui è] un tonto, [...] privo di autoironia, [...] testardo e disordinato, con le incertezze e i pregiudizi. E per questo simile a molti di noi».[20] L'attore ha aggiunto poi, come ulteriore punto a favore, l'annotazione che questa serie «è il primo vero prodotto [televisivo italiano] rivolto ai giovani, un pubblico diverso per il quale è stato pensato un linguaggio diverso, e un personaggio diverso. [...] Le avventure di Coliandro potrebbero essere prese dalla cronaca di tutti i giorni. Come sfogliare un quotidiano. E forse è questo che appassiona lo spettatore».[20] Carlo Lucarelli è sulla stessa lunghezza d'onda, spiegando come «l'immagine dell'antieroe [...] mancava tra i poliziotti televisivi conosciuti, che sono sempre "bellissimi". [...] Coliandro invece è proprio un antieroe: è tremendo, sfigato, prende cazzotti dall'inizio alla fine, però è buono e onesto e soprattutto è in grado di cambiare sempre sé stesso, puntata dopo puntata, mutando i propri pregiudizi».[8]
Nel corso dell'estate del 2009, in coda alle riprese della terza stagione, furono realizzati due episodi (Anomalia 21 e 666), che avrebbero dovuto far parte dei quattro nuovi episodi della quarta stagione; ma il 22 dicembre 2009 il consiglio di amministrazione della Rai annunciò che, per problemi di budget, era stata decisa l'esclusione de L'ispettore Coliandro dal palinsesto televisivo,[21][22] mettendo quindi i due residui episodi in stand-by. Dopo mesi di proteste da parte dei fan[23] (tra cui anche dei veri poliziotti, i quali hanno aperto una pagina su Facebook per protestare contro il taglio degli episodi[24][25]), la Rai decise di mandare comunque in onda gli episodi già girati, riducendo la quarta stagione della serie, in pratica, a due soli episodi.[26][27] Nonostante ciò, i fan della serie hanno continuato con varie iniziative la loro protesta per far sì che la Rai rimettesse in produzione L'ispettore Coliandro (compreso un massiccio mailbombing verso i vertici dell'azienda).[25][28][29]
Nei giorni della protesta i Manetti Bros. e Giampaolo Morelli – i quali hanno sostenuto attivamente le iniziative dei fan – hanno invece manifestato l'intenzione di riportare in produzione Coliandro anche al di fuori della televisione, facendolo approdare al cinema.[30][31] Il 27 ottobre 2011 Lucarelli, i fratelli Manetti e Morelli hanno confermato la realizzazione di un film con protagonista l'ispettore, ed hanno aperto un concorso per coinvolgere direttamente i fan nella scrittura del soggetto della pellicola.[32]

Colonna sonora

I musicisti Pivio e Aldo De Scalzi hanno curato la colonna sonora della serie
La colonna sonora della serie L'ispettore Coliandro è stata affidata al duo di musicisti Pivio e Aldo De Scalzi, che hanno composto e diretto le musiche di tutti gli episodi, affidandosi alla collaborazione di G-Max e Vittorio De Scalzi per alcuni brani. Il genere scelto spazia dal funky anni settanta all'elettronica, dal jazz al rap.
Oltre a ciò, la serie si è avvalsa episodicamente anche dei contributi musicali di vari artisti italiani, sia della scena nazionale che del panorama indipendente. Tra di loro Neffa che, oltre aver recitato come guest star nell'episodio Il giorno del lupo, ha eseguito una sua canzone inserendola così nella serie (ma non negli album contenenti le colonne sonore). Sono stati inoltre utilizzati ripetutamente, a partire dalla seconda stagione della serie, alcuni brani della band heavy metal italiana Death SS, fra cui Terror, Vampire, Venus' Gliph, S.I.A.G.F.O.M., The Healer, Hi-Tech Jesus e Revived (quest'ultimo un inedito). Tra le colonne sonore degli episodi entrano a far parte anche brani editi di cantautori e band italiane come Luca Carboni, Misero Spettacolo e le Bambole di pezza. Inoltre, spesso gli stessi cantanti e le stesse band hanno avuto dei cameo all'interno della serie.
Nel 2005 è stato pubblicato l'album omonimo contenente le musiche utilizzate negli episodi della prima stagione.[33] Nel 2011 è stato realizzato un nuovo disco, un doppio album contenente stavolta i pezzi utilizzati nelle restati stagioni della serie.[34]

Accoglienza

Il giornalista e scrittore Edmondo Berselli ha espresso critiche positive nei confronti della serie
Aldo Grasso del Corriere della Sera non è rimasto convinto dalla serie. Dopo la prima stagione il critico ha commentato che «la figura di un poliziotto cresciuto [...] con i film dell'ispettore Callaghan [...] lascia un interdetti». Coliandro viene visto e percepito come un «cane sciolto», e per Grasso è questa la sua pecca maggiore, dato che «non c'è peggior conformista di chi si sente anticonformista». Sulla regia dei Manetti Bros. nota come i due tentino «una regia dal doppio registro: da una parte la storia dell'indagine, dall'altra la consapevolezza linguistica (il ricalco cosciente, la citazione, l'autoironia). Non sempre la miscela funziona», e così «la recitazione, costantemente sopra le righe, finisce per diventare di maniera (gli interpreti sono solo così così)», col risultato che «la leggenda del poliziotto "politicamente scorretto" finisce col diventare di una prevedibilità esasperata».[35] Nello specifico della seconda stagione, Grasso ha invece criticato l'utilizzo di «storie sinistre e di sinistra, con l'aria di chi racconta un giallo ma fa anche critica sociale impegnata», e con esso la scrittura della serie, descritta come «furbetta e ammiccante», dove il personaggio di Coliandro è costruito «per rappresentare una sorta di controcanto al poliziotto tipico delle serie italiane». Critiche rivolte anche ai Manetti, in cui individua «tutta la presunzione di una certa scuola bolognese, tutto il fraintendimento della mistica del cult e dello stracult», e a Carlo Lucarelli, «troppo impegnato all'edificazione del suo Ego per dire ancora qualcosa di interessante».[36] Gli stessi concetti sono stati da lui ribaditi all'esordio della terza stagione, a proposito della quale ha dichiarato che «L'ispettore Coliandro [...] finge di essere "politicamente scorretto", ma poi delinquenti e violenti sono sempre fascisti, e i poliziotti, invece, molto progressisti», mentre la recitazione «approssimativa» viene «trattenuta e mascherata da alcuni preziosismi registici, al limite però della leziosità, e da una mare di citazioni». In definitiva per Grasso il personaggio Coliandro «è tutto "meta", dalle t-shirt alla suoneria del cellulare, dai continui rimandi alla serialità americana al calco citazionario di Per un pugno di dollari».[37]
Antonio Dipollina de la Repubblica ha invece espresso entusiasmo per la serie, dichiarando come il prodotto, fin dall'inizio, sia «ottimo, godibile, diverso dal solito – soprattutto nella regia dei Manetti Bros. – e degno di quella (ampia) fascia di pubblico che dalla TV si è staccata da tempo abbandonando ogni speranza»,[15] ed aggiungendo in seguito che «è tra i rari prodotti che danno tono e colore alla programmazione in fiction di casa nostra».[38] In occasione della protesta dei fan per la cancellazione della serie, Dipollina ha commentato che, anche se «ostentare troppo la propria diversità non è mai un bene [...] Coliandro va difeso a oltranza anche solo perché non insegue il pubblico con ritmi lenti e spiegazioni sfinenti di quello che succede».[39]
Alessandra Comazzi de La Stampa si è espressa anch'ella in maniera favorevole verso la serie, scrivendo in proposito che «i personaggi hanno una loro attrattiva. [...] La prima impressione è un leggero capogiro con nervoso conseguente, poi passa: Coliandro ha un suo fascino». La Comazzi intravede anche una somiglianza col linguaggio dei fumetti, visto che a suo dire «L'ispettore Coliandro è un fumetto sceneggiato. Solo così si possono accettare le mossette e i ringhi di Morelli, "pulotto" onesto, determinato, un po' imbranato, con gli occhiali alla Cobra di Stallone però assai diverso, anche dall'iconografia poliziottesca italiana».[40]
Edmondo Berselli su l'Espresso ha a sua volta lodato la serie, e pur sottolineando come il prodotto «va tenuto a distanza dai bambini, se non si vuole che imparino un linguaggio da scaricatori di porto», la sua opinione è che L'ispettore Coliandro «ha un tocco "noir" che può attrarre molto, perché porta le storie al livello della quotidianità e le fa apparire "vere"», concludendo con la considerazione che si tratta di «un buon esempio di poliziesco moderno, televisivamente ben fatto, leggermente ansiogeno: ma questo per un "noir" dovrebbe essere normale».[41]

Controversie

Marco Materazzi ha sporto querela nei confronti della serie per un dialogo ritenuto offensivo
Nell'agosto 2006 l'episodio Vendetta cinese, ambientato nella chinatown bolognese, ha creato polemiche all'interno della comunità cinese per via di come essa viene descritta in negativo.[42] Carlo Lucarelli ha risposto alle critiche affermando che «il nostro film non voleva in nessun modo essere denigratorio nei confronti della comunità cinese di Bologna e se qualcuno si è ritenuto offeso ne sono profondamente dispiaciuto e gli faccio le mie più sentite scuse [...] Vendetta cinese è un noir, un giallo, come si dice comunemente, e come tale fa quello che fanno i noir, esagera i toni, aumenta i contrasti, crea una caricatura in nero della realtà [...] Il noir dovrebbe servire come spunto di riflessione. Il resto è fiction. Spero che nessuno si senta offeso da Coliandro perché, ripeto, non è affatto la nostra intenzione».[43]
Il 31 agosto del 2009 i Manetti Bros. hanno rivelato di aver ricevuto una querela da parte del calciatore Marco Materazzi per via di una battuta ritenuta lesiva nei suoi confronti, presente nell'episodio Mai rubare a casa dei ladri, andato in onda il 10 febbraio 2009 su Rai 2.[44][45][46] La frase incriminata, pronunciata dall'ispettore Borromini (Massimiliano Bruno) mentre si trova alla sua scrivania intento a leggere le news sul computer, è: «Quel bastardo di Materazzi si è fatto espellere pure 'sta domenica, e ho perso a fantacalcio...».[47] Materazzi (che ha chiarito più volte come il punto centrale della vicenda non è il luogo comune sul fatto che sia un difensore facile all'espulsione, ma è invece l'uso dell'aggettivo "bastardo", ritenuto offensivo e gratuito[48]) ha chiesto un risarcimento danni pari a 1 euro per ogni telespettatore dell'episodio (che sono stati circa 2.380.000).[49] L'attore Giampaolo Morelli ha risposto in merito: «non era una scena offensiva, anzi: la frase era un omaggio al campione. I personaggi di questa fiction parlano il linguaggio di tutti i giorni. E due tifosi che discutono di calcio al bar non direbbero mai: "Oh, quel birbantello di Materazzi!"».[50]
Nel settembre 2009 l'episodio Sempre avanti ha scatenato forti reazioni da parte dell'estrema sinistra per via della presenza nel cast di alcuni personaggi appartenenti all'estrema destra bolognese, tra cui ragazzi legati a CasaPound e al gruppo musicale nazirock Legittima Offesa. Il regista Marco Manetti ha replicato che «è stata una precisa scelta artistica e non me ne pento: io difendo il diritto di raccontare il mondo dell’estrema destra così come è, in maniera realistica. Non sarebbe stata la stessa cosa mettere in scena un gruppo di comparse e questo non è un fatto ideologico. [...] Se non si può raccontare il mondo per quello che è, nella sua verità, si finisce nella censura. Io invece credo nella libertà di espressione».[51]
Sempre a seguito della trasmissione dell'episodio Sempre avanti, ambientato nel mondo degli ultras del calcio, la serie è stata oggetto delle critiche del gruppo di tifosi del Bologna Forever Ultras 1974, i quali hanno pubblicato un comunicato in cui affermano che «ancora una volta si è ripetuto lo stereotipo stucchevole dell’ultras inteso come politicizzato, rasato, drogato e sfigato che va allo stadio armato di coltello, ignorando che a Bologna gli ultras godono di ben altra considerazione», aggiungendo che «pur sapendo che si tratta solo di una fiction televisiva, ci sentiamo di esprimerci in modo assolutamente critico nei confronti di chi ha scritto la sceneggiatura e voluto girare le scene sugli ultras, senza tenere in alcun conto il contesto della realtà bolognese. [...] Probabilmente i Manetti Brothers pensano che gli ultras siano stupidi come li hanno dipinti».[52][53]

Note

  1. ^ Antonio Cuomo, Ecco i vincitori del Roma Fiction Fest 2008, in «movieplayer.it», 12 luglio 2008. URL consultato in data 22 settembre 2011.
  2. ^ Edizione 2009 - Premiazioni/Premi Speciali, galacinemafiction.com. URL consultato il 22 settembre 2011.
  3. ^ Giulio Capriglione, L'ispettore Coliandro debutta in tv, in «movieplayer.it», 23 agosto 2006. URL consultato in data 22 settembre 2011.
  4. ^ Da Lucarelli e i Manetti Bros. un ispettore per la criminalità bolognese, in «mymovies.it». URL consultato in data 22 settembre 2011.
  5. ^ Massimo Borriello, Minchia, che ispettore!, in «movieplayer.it», 20 gennaio 2009. URL consultato in data 22 settembre 2011.
  6. ^ La regia, in «lorenzograssi.it». URL consultato in data 5 novembre 2012.
  7. ^ L'attore Massimiliano Bruno non appare nella terza stagione della serie, ma il personaggio dell'ispettore Borromini viene comunque nominato spesso da Coliandro e dagli altri protagonisti nel corso di questa stagione.
  8. ^ a b c Sara Gambèro, Coliandro? Il mio io cazzone, in «magazine.libero.it», 20 gennaio 2009. URL consultato in data 26 settembre 2011.
  9. ^ Franco Giubilei, Va in tv il «lupo» ideato da Lucarelli, in «La Stampa», 27 febbraio 2003, p. 29. URL consultato in data 22 settembre 2011.
  10. ^ Franco Giubilei, Lucarelli: in Rai il mio detective razzista, in «La Stampa», 5 aprile 2004, p. 29. URL consultato in data 22 settembre 2011.
  11. ^ a b Emilia Costantini, Arriva l'ispettore Coliandro, sfida in giallo a Montalbano, in «Corriere della Sera», 2 luglio 2004, p. 35. URL consultato in data 26 settembre 2011.
  12. ^ Lucarelli: il mio ispettore imbranato un antieroe alla conquista della tv, in «la Repubblica», 30 luglio 2004, p. 53. URL consultato in data 26 settembre 2011.
  13. ^ Stefano Sgambati, L'ispettore Coliandro 'svelato' da Carlo Lucarelli: "Un personaggio capace di raccontare la società di oggi", in «tvblog.it», 14 settembre 2009. URL consultato in data 26 settembre 2011.
  14. ^ Emilia Costantini, Coliandro, ispettore «congelato» dalla Rai, in «Corriere della Sera», 19 dicembre 2005, p. 31. URL consultato in data 22 settembre 2011.
  15. ^ a b c Antonio Dipollina, Coliandro, un poliziotto da conoscere, in «la Repubblica», 31 agosto 2006, p. 57. URL consultato in data 22 settembre 2011.
  16. ^ Simonetta Robiony, Provaci ancora Coliandro, in «lastampa.it», 16 marzo 2008. URL consultato in data 22 settembre 2011.
  17. ^ Renato Franco, Promosso Coliandro, l'ispettore volgare, in «Corriere della Sera», 28 settembre 2008, p. 61. URL consultato in data 22 settembre 2011.
  18. ^ Gabriele Capasso, L'Ispettore Coliandro 3: riparte la fiction firmata da Carlo Lucarelli & Manetti Bros., in «tvblog.it», 1º settembre 2009. URL consultato in data 22 settembre 2011.
  19. ^ Angela Geraci, L’ispettore Coliandro? Bello, sporco e cattivo, in «City», 4 febbraio 2009, p. 11. URL consultato in data 5 novembre 2012.
  20. ^ a b Alessandra Vitali, Il pubblico premia Coliandro, l'ispettore antieroe di Lucarelli, in «repubblica.it», 10 febbraio 2009. URL consultato in data 26 settembre 2011.
  21. ^ Sandro Di Domenico, Cartellino rosso Rai a Crimini e Coliandro, in «corrieredelmezzogiorno.corriere.it», 22 dicembre 2009. URL consultato in data 4 gennaio 2010.
  22. ^ Perché fermano Coliandro?, in «sorrisi.com», 17 marzo 2010. URL consultato in data 22 settembre 2011.
  23. ^ Diego Odello, L’ispettore Coliandro, i fan: ”Continueremo a protestare finché avremo energie”, in «cinetivu.com», 22 aprile 2010. URL consultato in data 22 settembre 2011.
  24. ^ Stefano Sgambati, L'Ispettore Coliandro non deve morire: poliziotti "veri" aprono gruppo pro Morelli su Facebook, in «tvblog.it», 25 marzo 2010. URL consultato in data 22 settembre 2011.
  25. ^ a b Agnese Gazzera, Dopo Coliandro ecco Crimini, il giallo sbiadito di Raidue, in «ilgiornale.it», 29 marzo 2010. URL consultato in data 22 settembre 2011.
  26. ^ Torna Coliandro tra le polemiche, in «cinema-tv.corriere.it», 19 marzo 2010. URL consultato in data 22 settembre 2011.
  27. ^ Quarta stagione, in «lorenzograssi.it». URL consultato in data 5 novembre 2012.
  28. ^ Ispettore Coliandro, i fans ancora in guerra con la Rai, in «televisionando.it», 29 maggio 2010. URL consultato in data 22 settembre 2011.
  29. ^ Stefano Sgambati, I Coliandrizzati insorgono ancora: nel mirino Giorgio Buscaglia, in «tvblog.it», 30 maggio 2010. URL consultato in data 22 settembre 2011.
  30. ^ Giampaolo Morelli: "Dopo queste nuove puntate L'ispettore Coliandro potrebbe sbarcare al cinema", in «tvblog.it», 15 marzo 2010. URL consultato in data 22 settembre 2011.
  31. ^ Silvia Maria Perfetti, Morelli "Il mio Coliandro ora va al cinema", in «lastampa.it», 17 marzo 2010. URL consultato in data 28 ottobre 2011.
  32. ^ Coliandro al cinema. Ma scritto dai fan, in «kataweb.it», 27 ottobre 2011. URL consultato in data 28 ottobre 2011.
  33. ^ Canzoni e musica, in «lorenzograssi.it». URL consultato in data 5 novembre 2012.
  34. ^ L'Ispettore Coliandro (Original Sountrack), itunes.apple.com, 15 gennaio 2011. URL consultato il 5 novembre 2012.
  35. ^ Aldo Grasso, Il Noir di Lucarelli: Classico all'Italiana, in «Corriere della Sera», 7 settembre 2006, p. 47. URL consultato in data 24 settembre 2011.
  36. ^ Aldo Grasso, Troppo furbetta la serie di Lucarelli, in «corriere.it», 29 gennaio 2009. URL consultato in data 22 settembre 2011.
  37. ^ Aldo Grasso, Povero Coliandro «meta-ispettore», in «Corriere della Sera», 3 settembre 2009, p. 55. URL consultato in data 22 settembre 2011.
  38. ^ Antonio Dipollina, L'ispettore Coliandro, così la nostra fiction sale di tono, in «la Repubblica», 3 settembre 2009, p. 55. URL consultato in data 22 settembre 2011.
  39. ^ Antonio Dipollina, Giusto difendere Coliandro, ma niente vittimismo, in «la Repubblica», 30 marzo 2010, p. 65. URL consultato in data 22 settembre 2011.
  40. ^ Alessandra Comazzi, Quel fumetto sceneggiato di Coliandro, in «La Stampa», 7 settembre 2006. URL consultato in data 24 settembre 2011.
  41. ^ Edmondo Berselli, Simpatico Coriandolo, in «espresso.repubblica.it», 6 aprile 2010. URL consultato in data 22 settembre 2011.
  42. ^ Jenner Meletti, Noi cinesi non siamo come nel film, in «la Repubblica», 31 agosto 2006, p. 1. URL consultato in data 22 settembre 2011.
  43. ^ Carlo Lucarelli, Quel film è fantasia non denigra i cinesi, in «la Repubblica», 1º settembre 2006, p. 1. URL consultato in data 22 settembre 2011.
  44. ^ Calcio: Materazzi querela 'L'ispettore Coliandro', in «sport.repubblica.it», 31 agosto 2009. URL consultato in data 22 settembre 2011.
  45. ^ «Pure stavolta s'è fatto espellere», Materazzi querela l'ispettore Coliandro, in «corrieredelmezzogiorno.corriere.it», 31 agosto 2009. URL consultato in data 22 settembre 2011.
  46. ^ Materazzi si offende e querela «L'ispettore Coliandro», in «lastampa.it», 31 agosto 2009. URL consultato in data 22 settembre 2011.
  47. ^  L'ispettore Coliandro - Mai rubare a casa dei ladri, a 0:51:30. rai.tv, 10 febbraio 2009. URL consultato in data 22 settembre 2011.
  48. ^ Stefano Sgambati, Ispettore Coliandro: Materazzi contro la Rai. "Così ci faccio una figuraccia...", in «tvblog.it», 1º settembre 2009. URL consultato in data 22 settembre 2011.
  49. ^ Materazzi contro l'ispettore Coliandro, "Voglio un euro per ogni spettatore", in «ilgiornale.it», 31 agosto 2009. URL consultato in data 22 settembre 2011.
  50. ^ Morelli: "Le frasi su Materazzi? Un omaggio al campione", in «Leggo», 1º ottobre 2009. URL consultato in data 5 novembre 2012.
  51. ^ L’ispettore Coliandro più nero che noir, insorge l’ultrasinistra: «Tv fascista», in «ilrestodelcarlino.it», 3 settembre 2009. URL consultato in data 22 settembre 2011.
  52. ^ Francesca Blesio, Coliandro fa arrabbiare anche gli ultras, in «corrieredibologna.corriere.it», 9 settembre 2009. URL consultato in data 22 settembre 2011.
  53. ^ Bologna merita rispetto, urb74.it. URL consultato il 22 settembre 2011.

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