Santa Maria Goretti | |
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Maria Goretti, in un dipinto del 1929 |
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Vergine e martire |
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Nascita | Corinaldo, 16 ottobre 1890 |
Morte | Nettuno, 6 luglio 1902 |
Venerata da | Chiesa cattolica |
Canonizzazione | Piazza San Pietro in Vaticano, il 24 giugno 1950 da papa Pio XII |
Santuario principale | Santuario della Madonna delle Grazie, Nettuno |
Ricorrenza | 6 luglio |
Attributi | Palma |
Patrona di | Latina e dell'Agro pontino, della gioventù. |
L'infanzia
La famiglia Goretti, originaria di Corinaldo nelle Marche, era composta dai coniugi Luigi Goretti e Assunta Carlini, entrambi coltivatori diretti, e dai loro sei figli (un settimo figlio, il primogenito, morì a pochi mesi).La vita della giovane Maria, fino al suo omicidio, non fu diversa da quella dei figli di molti lavoratori agricoli che dovettero lasciare le proprie terre per cercare sostentamento altrove: analfabetismo, denutrizione, lavoro pesante fin dall'infanzia. La Goretti, deceduta poco prima di compiere 12 anni, era alta appena 1,38 m e, secondo il referto autoptico, appariva vistosamente sottopeso e presentava sintomi di malaria in fase avanzata[1].
L'omicidio
I Goretti, in cerca di una migliore occupazione, si trasferirono dapprima a Paliano (nei pressi di Frosinone), ed in seguito alle Ferriere di Conca, oggi frazione di Latina ma all'epoca compreso nel territorio comunale di Cisterna di Roma (l'attuale Cisterna di Latina), in provincia di Roma, assieme ai Serenelli: una famiglia amica. Nel 1900, Luigi Goretti morì di malaria e la collaborazione coi Serenelli, anch'essi in difficoltà, si fece ancora più stretta.Alessandro, secondogenito dei Serenelli, tentò diversi approcci di natura sessuale nei confronti dell'undicenne, che raggiunsero il culmine nell'estate del 1902: il 5 luglio, con la scusa di farsi rammendare dei vestiti, Alessandro attirò Maria in casa e tentò di violentarla. Di fronte alle grida ed ai tentativi di difendersi, la ferì più volte con un punteruolo. Al processo, confermando quanto detto ai carabinieri immediatamente dopo l'arresto, Serenelli confessò di aver preparato l'arma e di aver deciso di usarla qualora la bambina gli avesse opposto resistenza. Confessò inoltre che la decisione di uccidere Maria era stata in parte motivata dal desiderio di fuggire dalla vita intollerabile nei campi, nella convinzione che la vita in carcere fosse preferibile. È molto probabile che il giovane Alessandro, proveniente da una famiglia in cui numerosi membri avevano dato segni di squilibrio mentale e figlio di un padre alcolista, fosse in realtà impotente ed abbia ferito mortalmente la sfortunata vittima una volta resosi conto di non riuscire a mettere in atto lo stupro[1][2]. Maria, ancora cosciente, venne trasportata all'ospedale Orsenigo di Nettuno; la morte sopravvenne il giorno successivo per una setticemia conseguente ad un intervento chirurgico.
Le esequie vennero celebrate l'8 luglio 1902 nella cappella dell'ospedale[3], e il corpo della bambina tumulato nel cimitero comunale.
Il culto
Già durante il Fascismo la devozione per Maria Goretti si diffuse tra gli strati più umili della popolazione, in particolare quelli rurali, appartenenti allo stesso mondo in cui la piccola martire era cresciuta. Lo stesso regime cercò di cavalcare la devozione popolare per favorire la nascita di un'icona cara ai contadini. Anche dopo la caduta del fascismo e della monarchia sabauda, negli anni cinquanta, l'immagine di Maria Goretti rimase popolare anche presso i non cattolici, al punto che il giovane dirigente comunista Enrico Berlinguer indicò nel coraggio e nella tenacia della piccola santa un esempio da imitare per le giovani militanti comuniste[4]. A partire dagli anni settanta, in periodo di affermazione del femminismo, la figura di Maria Goretti perse gradualmente popolarità, in quanto ritenuta dai non cattolici troppo legata a una visione tradizionale della donna, casta, votata alla maternità e al lavoro domestico.L'11 dicembre 1949 la Congregazione delle Cause dei Santi riconobbe come miracolose due guarigioni attribuite all'intercessione di Maria Goretti: quella di Giuseppe Cupe (8 maggio 1947) e quella di Anna Grossi Musumarra da pleurite (11 maggio dello stesso anno). La canonizzazione avvenne sotto il pontificato di Pio XII, il 24 giugno 1950. Per la prima volta, nella millenaria storia della Chiesa, la cerimonia si svolse all'aperto in Piazza San Pietro a Roma, e vide la partecipazione anche della madre di Maria Goretti. Il giorno di commemorazione istituito fu il 6 luglio, anniversario della morte della Goretti. Secondo l'agiografia, la motivazione della proclamazione della sua santità furono in primo luogo il perdono concesso al suo uccisore che Maria effettuò poco prima di morire, perdono che condusse alla conversione di Alessandro Serenelli e poi alla decisione di entrare in convento dopo aver scontato 30 anni di carcere e, in secondo luogo, il proposito fatto a 11 anni, al momento di ricevere la prima comunione «di morire prima di commettere dei peccati»[5].
Il corpo e le reliquie di Maria Goretti sono conservati a Nettuno, nel Santuario di Nostra signora delle Grazie e di Santa Maria Goretti e a Corinaldo, in provincia d'Ancona, dove è visitabile anche la sua casa natale.
Nel 1953, il leader del Partito Comunista Italiano Palmiro Togliatti propose Maria Goretti come modello di vita alle giovani comuniste facenti parte della FGCI, Federazione Giovanile Comunista Italiana.[6]
Il pentimento dell'assassino
Per approfondire, vedi Alessandro Serenelli. |
Filmografia
- Cielo sulla palude, film per il cinema, regia di Augusto Genina, Italia 1949
- Maria Goretti, film per la televisione, regia di Giulio Base, Italia 2002
Bibliografia
- Beatificationis seu declarationis martyrii Mariae Goretti, Roma, 1938-1939 (atti della causa di beatificazione).
- Compendium vitae virtutum ac miracolorum Beatae Mariae Theresiae Goretti, Typis Polyglottis Vaticani, 1950 (atti della causa di canonizzazione).
- Giordano Bruno Guerri, Povera Santa, Povero Assassino. La vera storia di Maria Goretti, Bompiani, 1984. ISBN 978-88-452-6102-2. Il volume di Guerri suscitò una vivace polemica nella stampa, che portò all'istituzione, da parte della Congregazione per le Cause dei Santi, di un'apposita Commissione di studio, il risultato della quale è il volume A proposito di Maria Goretti: santità e canonizzazioni: atti della Commissione di studio istituita dalla Congregazione per le cause dei santi il 5 febbraio 1985, Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 1986.
- Giovanni Alberti, Maria Goretti, Città Nuova Editrice, 1980. ISBN 88-8386-150-7.
Note
- ^ a b Giordano Bruno Guerri, Povera santa, povero assassino. La vera storia di Maria Goretti, Milano, Bompiani 1985 - edizione aggiornata e integrata Bompiani, Milano, 2008.
- ^ Lo stesso Guerri, riporta che si ventilò l'ipotesi che il giovane, proveniente da una famiglia in cui numerosi membri erano stati internati in manicomio, fosse in realtà affetto da impotenza
- ^ oggi chiesa parrocchiale di Santa Barbara Vergine e Martire di Nettuno, conosciuta sotto il nome di chiesa della Divina Provvidenza
- ^ Dopo Padre Pio, l' ora della santa bambina più amata
- ^ La causa di canonizzazione, seguita dal postulatore Mauro Liberati, è citata in bibliografia.
- ^ Dall'Unità d'Italia alla prima guerra mondiale (1861-1914) Goretti Maria, www.150anni.it. URL consultato il 23-aprile-2012
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